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Immagine ispirata da un testo di Fulvio Macchi Vandelli, mio compaesano e sottovalutato poeta. Uscito in una raccolta di Argine Lento Editore
Ruggine
Il casolare sgretola ombre,
tra crepe e ferri arrugginiti
che cantano al vento stanco
una litania di chiodi e spighe.
La luce si sbriciola sui vetri opachi,
mosche inchiodano il silenzio
come preghiere senza Dio.
Poi l’uomo col mantello
uno strappo d’inverno tra i girasoli
attraversa la soglia senza polvere,
senza lasciare orme.
Forse cercava un nome,
forse era solo il tempo
con la faccia coperta.
Ma tu non chiedere.
Qui le domande marciscono
prima delle risposte.